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Opporsi alla sanzione per omesso versamento dei contributi INPS: quando è possibile e perché conviene farlo

2025-07-24 10:06

Vincenzo Alessio

Previdenza sociale, Previdenza, Omesso versamento contributi previdenziali,

Opporsi alla sanzione per omesso versamento dei contributi INPS: quando è possibile e perché conviene farlo

Sanzione per omesso versamento dei contributi INPS, quando opporsi

Introduzione
Tra le contestazioni più frequenti mosse a imprese e professionisti, l’omesso versamento dei contributi previdenziali rappresenta una delle violazioni più ricorrenti. L’INPS – o l’Ispettorato del Lavoro – può irrogare sanzioni molto onerose anche a fronte di situazioni sanabili o frutto di errori formali.

Ma non tutte le sanzioni sono legittime, e in molti casi è possibile difendersi. In questo articolo esamino quando è opportuno proporre opposizione alla sanzione amministrativa e con quali strumenti.

 

Quando scatta la sanzione?

L’omesso versamento dei contributi da parte del datore di lavoro – anche solo parziale o ritardato – può comportare, oltre al recupero del credito da parte dell’INPS, l’irrogazione di una sanzione amministrativa ai sensi della Legge n. 689/1981.

L’accertamento avviene mediante verbale, notificato direttamente all’interessato. In caso di mancato pagamento, l’ente può procedere con una ordinanza-ingiunzione per la riscossione forzata della sanzione.

 

Qual è il termine per proporre opposizione?

La legge prevede un termine perentorio di 30 giorni dalla notifica del verbale o dell’ordinanza-ingiunzione per impugnare la sanzione dinanzi al Tribunale – Sezione Lavoro.

Superato questo termine, l’atto diventa definitivo, anche se manifestamente infondato. Da qui l’importanza di una consulenza tempestiva.

 

In quali casi è utile fare ricorso?

Non sempre la sanzione è dovuta. Anzi, esistono diversi casi in cui è assolutamente consigliabile opporsi:

  • Errore dell’ente accertatore (es. contributi effettivamente versati ma non registrati);
  • Prescrizione dei crediti contributivi o delle sanzioni;
  • Vizi formali dell’atto (mancata motivazione, irregolarità nella notifica, assenza di contraddittorio);
  • Responsabilità riconducibile a terzi, come un consulente del lavoro;
  • Sanatoria intervenuta prima dell’ordinanza.

Ogni situazione va valutata attentamente, ma il margine di contestazione, in molti casi, esiste eccome.

 

Cosa contiene il ricorso?

Nel ricorso si contestano:

  • La legittimità della sanzione;
  • L’esistenza dell’infrazione;
  • Eventuali errori o omissioni nella procedura amministrativa.

Può essere chiesto anche, ove ne ricorrano i presupposti, il rinvio dell’esecuzione della sanzione fino alla definizione del giudizio.

 

Perché affidarsi a un legale?

Una sanzione per contributi non versati può pesare enormemente sul bilancio aziendale. Difendersi con successo è possibile, ma richiede una conoscenza approfondita del diritto previdenziale, del procedimento sanzionatorio e delle prassi degli enti accertatori.

 

Hai ricevuto una sanzione per contributi non versati?
Contattami per una valutazione gratuita e riservata del tuo caso. Ti aiuterò a capire se ci sono i presupposti per opporsi, evitando esborsi ingiustificati e tutelando il tuo patrimonio.

 

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