Introduzione
Tra le contestazioni più frequenti mosse a imprese e professionisti, l’omesso versamento dei contributi previdenziali rappresenta una delle violazioni più ricorrenti. L’INPS – o l’Ispettorato del Lavoro – può irrogare sanzioni molto onerose anche a fronte di situazioni sanabili o frutto di errori formali.
Ma non tutte le sanzioni sono legittime, e in molti casi è possibile difendersi. In questo articolo esamino quando è opportuno proporre opposizione alla sanzione amministrativa e con quali strumenti.
Quando scatta la sanzione?
L’omesso versamento dei contributi da parte del datore di lavoro – anche solo parziale o ritardato – può comportare, oltre al recupero del credito da parte dell’INPS, l’irrogazione di una sanzione amministrativa ai sensi della Legge n. 689/1981.
L’accertamento avviene mediante verbale, notificato direttamente all’interessato. In caso di mancato pagamento, l’ente può procedere con una ordinanza-ingiunzione per la riscossione forzata della sanzione.
Qual è il termine per proporre opposizione?
La legge prevede un termine perentorio di 30 giorni dalla notifica del verbale o dell’ordinanza-ingiunzione per impugnare la sanzione dinanzi al Tribunale – Sezione Lavoro.
Superato questo termine, l’atto diventa definitivo, anche se manifestamente infondato. Da qui l’importanza di una consulenza tempestiva.
In quali casi è utile fare ricorso?
Non sempre la sanzione è dovuta. Anzi, esistono diversi casi in cui è assolutamente consigliabile opporsi:
- Errore dell’ente accertatore (es. contributi effettivamente versati ma non registrati);
- Prescrizione dei crediti contributivi o delle sanzioni;
- Vizi formali dell’atto (mancata motivazione, irregolarità nella notifica, assenza di contraddittorio);
- Responsabilità riconducibile a terzi, come un consulente del lavoro;
- Sanatoria intervenuta prima dell’ordinanza.
Ogni situazione va valutata attentamente, ma il margine di contestazione, in molti casi, esiste eccome.
Cosa contiene il ricorso?
Nel ricorso si contestano:
- La legittimità della sanzione;
- L’esistenza dell’infrazione;
- Eventuali errori o omissioni nella procedura amministrativa.
Può essere chiesto anche, ove ne ricorrano i presupposti, il rinvio dell’esecuzione della sanzione fino alla definizione del giudizio.
Perché affidarsi a un legale?
Una sanzione per contributi non versati può pesare enormemente sul bilancio aziendale. Difendersi con successo è possibile, ma richiede una conoscenza approfondita del diritto previdenziale, del procedimento sanzionatorio e delle prassi degli enti accertatori.
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