Per informazioni scrivere a  vincenzo.alessio@gmail.com 

Studio Legale Avv. Vincenzo Alessio / BLOG

Cartelle esattoriale e pignoramento: cosa fare per difendersi

2025-07-23 19:10

Vincenzo Alessio

Cartelle esattoriale e pignoramento: cosa fare per difendersi

Ricevere una cartella esattoriale può creare panico, soprattutto quando si teme il rischio di un pignoramento. Tuttavia, non sempre il debito è legitt

Ricevere una cartella esattoriale può creare panico, soprattutto quando si teme il rischio di un pignoramento. Tuttavia, non sempre il debito è legittimo e, in molti casi, è possibile opporsi e tutelarsi legalmente.

In questo articolo ti spiego:

  • Cosa sono le cartelle esattoriali
  • Come funziona il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione o di altri enti
  • Quando e come è possibile opporsi
  • Quali sono i diritti del contribuente

 

Cos’è una cartella esattoriale?

La cartella esattoriale è un atto con cui l’Agente della Riscossione (es. Agenzia delle Entrate-Riscossione o società delegate dai Comuni) richiede il pagamento di:

  • Imposte non versate (Irpef, IVA, IMU, TARI, ecc.)
  • Contributi previdenziali (INPS)
  • Multe stradali o sanzioni amministrative
  • Debiti verso enti locali (es. tributi comunali)

Contiene l’importo dovuto, maggiorato di interessi, sanzioni e spese di notifica.

 

Cosa succede se non si paga?

Se la cartella non viene saldata nei termini (di norma 60 giorni dalla notifica), l’ente della riscossione può attivare azioni esecutive o cautelari, come:

  • Fermo amministrativo su veicoli
  • Ipoteca su immobili
  • Pignoramento dello stipendio, del conto corrente o dei beni

 

Come funziona il pignoramento tributario?

Il pignoramento può avvenire anche senza passare dal giudice, grazie all’art. 72-bis del DPR 602/1973. Le forme più comuni sono:

Pignoramento presso terzi:

L’ente notifica direttamente al datore di lavoro, alla banca o all’INPS, chiedendo la trattenuta del credito spettante al contribuente (es. stipendio, pensione, saldo conto corrente).

Pignoramento immobiliare:

Avviato quando il debito supera 120.000 euro e il contribuente è proprietario di immobili (con alcune tutele per la prima casa).

 

Si può impugnare una cartella esattoriale?

Sì. Se la cartella presenta vizi di legittimità, è possibile presentare ricorso:

  • Al Giudice tributario, entro 60 giorni dalla notifica
  • Al Giudice ordinario, per alcune materie (es. contributi INPS, sanzioni amministrative)
  • In opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi, ex art. 615 o 617 c.p.c., quando già avviata la fase esecutiva. Esempi di motivi di opposizione:
  • Prescrizione del debito
  • Mancata notifica del precedente avviso
  • Carenza di motivazione
  • Notifica nulla o a soggetto sbagliato
  • Mancanza del titolo esecutivo

 

Cosa fare in caso di pignoramento?

Se ricevi un atto di pignoramento (presso terzi o mobiliare), è fondamentale:

  • Verificare subito i termini per l’opposizione (spesso 20 giorni)
  • Esaminare la legittimità della cartella sottostante
  • Valutare la richiesta di sospensione dell’esecuzione

Un avvocato esperto può anche intervenire per ridurre gli importi pignorati, nei limiti di legge, o valutare la richiesta di rateizzazione del debito residuo.

 

È possibile bloccare o rateizzare il debito?

Sì. Anche dopo l’inizio delle azioni esecutive è possibile:

  • Chiedere la sospensione dell’atto esecutivo
  • Chiedere una rateizzazione del debito (anche fino a 72 o 120 rate in casi gravi)
  • Dimostrare che il debito è prescritto o già pagato

Spesso, l’avvio di un ricorso fondato comporta anche la sospensione automatica delle azioni esecutive.

 

Conclusioni: come difendersi da cartelle e pignoramenti

Non tutte le cartelle esattoriali sono legittime, e non sempre il pignoramento è regolare. Agire in tempo è fondamentale per tutelarsi.

Hai ricevuto una cartella esattoriale o un atto di pignoramento?
📩 Contattami subito per una consulenza personalizzata: valuteremo insieme la strategia migliore per opporsi, sospendere o rateizzare il debito.

 

Cartelle esattoriali e pignoramenti: cosa fare per difendersi

Ricevere una cartella esattoriale può creare panico, soprattutto quando si teme il rischio di un pignoramento. Tuttavia, non sempre il debito è legittimo e, in molti casi, è possibile opporsi e tutelarsi legalmente.

In questo articolo ti spiego:

  • Cosa sono le cartelle esattoriali
  • Come funziona il pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione o di altri enti
  • Quando e come è possibile opporsi
  • Quali sono i diritti del contribuente

 

Cos’è una cartella esattoriale?

La cartella esattoriale è un atto con cui l’Agente della Riscossione (es. Agenzia delle Entrate-Riscossione o società delegate dai Comuni) richiede il pagamento di:

  • Imposte non versate (Irpef, IVA, IMU, TARI, ecc.)
  • Contributi previdenziali (INPS)
  • Multe stradali o sanzioni amministrative
  • Debiti verso enti locali (es. tributi comunali)

Contiene l’importo dovuto, maggiorato di interessi, sanzioni e spese di notifica.

 

Cosa succede se non si paga?

Se la cartella non viene saldata nei termini (di norma 60 giorni dalla notifica), l’ente della riscossione può attivare azioni esecutive o cautelari, come:

  • Fermo amministrativo su veicoli
  • Ipoteca su immobili
  • Pignoramento dello stipendio, del conto corrente o dei beni

 

Come funziona il pignoramento tributario?

Il pignoramento può avvenire anche senza passare dal giudice, grazie all’art. 72-bis del DPR 602/1973. Le forme più comuni sono:

🔹 Pignoramento presso terzi:

L’ente notifica direttamente al datore di lavoro, alla banca o all’INPS, chiedendo la trattenuta del credito spettante al contribuente (es. stipendio, pensione, saldo conto corrente).

🔹 Pignoramento immobiliare:

Avviato quando il debito supera 120.000 euro e il contribuente è proprietario di immobili (con alcune tutele per la prima casa).

 

Si può impugnare una cartella esattoriale?

Sì. Se la cartella presenta vizi di legittimità, è possibile presentare ricorso:

  • Al Giudice tributario, entro 60 giorni dalla notifica
  • Al Giudice ordinario, per alcune materie (es. contributi INPS, sanzioni amministrative)
  • In opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi, ex art. 615 o 617 c.p.c., quando già avviata la fase esecutiva

Esempi di motivi di opposizione:

  • Prescrizione del debito
  • Mancata notifica del precedente avviso
  • Carenza di motivazione
  • Notifica nulla o a soggetto sbagliato
  • Mancanza del titolo esecutivo

 

Cosa fare in caso di pignoramento?

Se ricevi un atto di pignoramento (presso terzi o mobiliare), è fondamentale:

  • Verificare subito i termini per l’opposizione (spesso 20 giorni)
  • Esaminare la legittimità della cartella sottostante
  • Valutare la richiesta di sospensione dell’esecuzione

Un avvocato esperto può anche intervenire per ridurre gli importi pignorati, nei limiti di legge, o valutare la richiesta di rateizzazione del debito residuo.

 

È possibile bloccare o rateizzare il debito?

Sì. Anche dopo l’inizio delle azioni esecutive è possibile:

  • Chiedere la sospensione dell’atto esecutivo
  • Chiedere una rateizzazione del debito (anche fino a 72 o 120 rate in casi gravi)
  • Dimostrare che il debito è prescritto o già pagato

Spesso, l’avvio di un ricorso fondato comporta anche la sospensione automatica delle azioni esecutive.

 

Conclusioni: come difendersi da cartelle e pignoramenti

Non tutte le cartelle esattoriali sono legittime, e non sempre il pignoramento è regolare. Agire in tempo è fondamentale per tutelarsi.

Hai ricevuto una cartella esattoriale o un atto di pignoramento?
📩 Contattami subito per una consulenza personalizzata: valuteremo insieme la strategia migliore per opporsi, sospendere o rateizzare il debito.

Iscriviti per aggiornamenti legali

Lascia la tua mail per ricevere aggiornamenti sui servizi legali.